Come cantavano i CCCP: AmaTO ancora, fallo dolcemente…
L’avevamo visto in forma Amato Ciciretti, come dimostra l’ultima rubrica post Frosinone.
Peccato per quell’errore sciocco, banale e incomprensibile mentre si trovava in barriera, che ha scaturito poi il pareggio dei tirolesi.
Per tutto il primo tempo Dionisi e Ciciretti hanno flirtato alla grande, come due gatti in amore ai primi accenni di primavera.
580 tifosi ascolani.
CINQUECENTOTTANTA.
Encomiabili, passionali, ineguagliabili.
Mai domi.
Oltre 600 km percorsi.
SEICENTO!
La nostra arma in più!
Oramai riconosciuta, apprezzata, conclamata in tutta Italia.
Se si parla di DODICESIMO UOMO IN CAMPO, non abbiamo nulla da invidiare a nessuno.
Girando per l’Italia mi sono accorto che l’amore che gli ascolani hanno per l’Ascoli è qualcosa di incommensurabile e raro.
Un legame indissolubile, creato nel tempo, tramandato di generazione in generazione, che abbiamo il dovere e l’obbligo di trasmettere e far conoscere ai nostri figli e futuri nipoti.
Come Fry in Futurama, spero di risvegliarmi tra mille anni per andare a vedere il Picchio in un futuristico “Del Duca” insieme a un vecchio Zio scienziato dell'anno 3000, un robot pazzo come Bender vestito di bianconero, e un’aliena “monocola” che tifa Ascoli da amare per la vita.
Davvero contagioso l'entusiasmo dei tifosi, che hanno riempito lo stadio Druso e hanno inondato il Tirolo col loro sostegno incessante e coinvolgente. Sembrava di stare davvero “in” Ascoli, con i cori che rimbombano nella valle partendo dal Del Duca arrivando a riecheggiare fino alla Marina per far rosicare i “cugini” rossoblù.
L’AD dell’Ancona, Roberta Nocelli, addirittura ha detto che “il suo sogno è quello di venire IN Ascoli con 2500 tifosi al seguito”.
Non riesco a smettere di ridere…
Più rosicate, più godiamo!
Ci nutriamo della vostra invidia, è la nostra forza!
SIAMO LA VOSTRA OSSESSIONE!
Per quanto riguarda i singoli, bravissimo Enrico Guarna, sempre reattivo e concentrato, ci protegge come il nostro Spiderman di quartiere deve fare.
Buon primo tempo di Chris Lungoyi, scattante e agile come una pantera. Peccato che si divori un gol incredibile, sciupando un’occasione ghiottissima non dando forza alla palla col sinistro che finisce lemme lemme tra le braccia di Poluzzi. Da rivedere sotto porta.
Lorenco Simic sesta titolare consecutiva. Con lui abbiamo cambiato marcia, serviva un braccetto simile per completare la difesa. Sempre attento e intuitivo. Solito baluardo difensivo, sempre cattivo e con lo sguardo arcigno, spazza via anche le molecole che gli transitano dinanzi. Bravissimo in anticipo in occasione del gol di Fabrizio Caligara, è lui ad avviare la transizione immediata del centrocampista bianconero col suo testone mastodontico.
Danilo Quaranta decima di fila da titolare. Deve giocare al massimo della concentrazione per rendere al meglio. Peccato il giallo che porta Giampieretti e Bucchi a tirarlo fuori a metà tempo.
Buona la prova di Claud Adjapong, con il bel cross servito a Capitan Dionisi per il gol di Ciciretti e attento in fase difensiva.
Ottimo Sud Tirol. Spirito da provinciale, visibile nel carisma di Capitan Tait, ma anche colpi di alta scuola con Carretta, Mazzocchi, Casiraghi vero uomo in più, e Nicolussi Caviglia, classe cristallina scuola Juventus. Gran lavoro di Odogwu da pivot. Ci hanno messo in difficoltà come poche compagini erano riuscite finora in questo torneo cadetto.
Che sicurezza Eric Botteghin.
Pare che giochi ancora per le strade brasiliane con i suoi amici il gigante di origini venete.
Sempre lucido, non sente la pressione.
Che calma serafica.
Forse il suo segreto è proprio questo.
Si fida ciecamente delle sue doti e gioca con una tranquillità assoluta.
Sa che è più massiccio e più forte degli altri, se i suoi compagni lo aiutano a serrare le fila diventa un muro invalicabile.
Mr.Hulk
Fabrizio Caligara nel primo tempo impacciato e disorientato, sbaglia molti controlli precludendo contropiedi e ripartenze interessanti al Picchio. Si accende però nella ripresa con un "coast to coast" alla Kakà, affettando la difesa avversaria come Bruce Willis fa con Maynard nel film Pulp Fiction, cult di Quentin Tarantino. Sgasa tra i mediani, li lascia sul posto come birilli, arrivato al limite dell'area calcia col destro, deviazione decisiva che disorienta Poluzzi e vantaggio Picchio in un momento delicato in cui il Sud Tirol stava tornando a farsi avanti.
Si è rivisto Soufiane Bidaoui. Speravamo che la vittoria del Marocco al Mondiale sul Belgio avesse influito positivamente anche sul suo morale, permettendogli di sciorinare una prestazione scintillante e saltare tutti come lo scorso anno, invece…
Che fine ha fatto il vero Soufiane?
Chi ha incastrato Roger Bida?
Mirko Eramo solito lavoro strepitoso in fase difensiva. Non avrà sempre una regia pulita e impeccabile, ma non si risparmia mai. Un guerriero Masai sempre pronto alla battaglia. Che cuore, che attributi, che grinta, che uomo!
Quando vivevo a Roma, prima del catcalling, alle belle ragazze era usuale che dedicassero questa frase un po’ cruda ma simpatica: “Ao ma da ndo p*sci che sei tutta freg*a?”
Be’, Mirko Eramo è tutto CUORE.
Probabilmente sarebbe stato conveniente spostare Marcel Buchel, metronomo scuola Siena e Juventus, finalmente anche lui al rientro, nel ruolo di mezz’ala, lasciando Eramo davanti alla difesa per dare copertura. Abbiamo sofferto parecchio senza il carisma e i contrasti di Mirko, che quando viene spostato dal centro alla catene interne che la mezz’ala deve coprire verticalmente, lascia venir fuori tutti i suoi limiti tecnici.
Marcel Buchel appunto si sperava accendesse la luce, invece manca ancora del ritmo partita, non ha illuminato con i suoi passaggi millimetrici e la sua regia raffinata, come ha abituato i nostri “palati” in questi anni. Sul pareggio avversario all’ 86° minuto non doveva girarsi ma andare deciso in contrasto su Matteo Rover, invece ci arriva di schiena, lento e molle, coprendo soltanto la visuale a Guarna. Un allenatore dell’Elettrocarbonium, il celebre “Peppino”, ti avrebbe mortificato e lasciato in panchina per una settimana dopo un errore simile. Non sappiamo quali siano i metodi di Cristian Bucchi, ma probabilmente a Marcel serve una scossa. Speriamo sappiano riaccenderlo, la sua regia ci serve come il pane, manca come la brezza rinfrescante in un torrido pomeriggio agostano.
Rivogliamo il nostro Marcel, il regista più completo della Serie B, che come Holly Atton nella New Team sa guidare alla perfezione i vari Bruce Harper, Johnny Mason e Paul Diamond.
Per quanto riguarda Capitan Dionisi, solito ottimo lavoro da attaccante di raccordo, sempre scaltro e raffinato, fa valere la sua leadership e il suo spessore a livello umano e calcistico. Bellissimo l’assist per Ciciretti al primo minuto con un appoggio sontuoso e preciso, Top Class. Al Druso di Bolzano Federico probabilmente avrebbe avuto bisogno di una punta più fisica a fianco. Peccato l’indisponibilità di Cedric Gondo, sarebbe potuta essere la sua partita, dato che Pedro Mendes quando è subentrato non è riuscito a mostrare gli artigli e ad essere graffiante come ci aveva abituati nei mesi scorsi entrando a gara in corso.
Piccola parentesi sulla Primavera allenata da Antonino Nosdeo, che riesce ad imporsi sulla capolista Viterbese con un folcloristico 3-4 lontano dalle mura alleate del “Città di Ascoli”. Da segnalare la doppietta di Massimiliano Gennari, bomber del 2004, e gli esordi di due giovanissime promesse del nostro territorio. Mattia Piermarini, difensore centrale classe 2006 in campo fin dal primo minuto, e Caucci Andrea, classe 2007, difensore centrale anch’esso, subentrato a Manuel Camilloni al 59°minuto.
Tornando al match di Bolzano, pareggio che ci può stare stretto per come è avvenuto. Prendere gol all’ 86°minuto è sempre deprecabile, soprattutto perché solitamente in trasferta diamo il nostro meglio e riusciamo a rimanere sempre concentrati fino alla fine del match.
Ricominiamo sì a far punti dopo il Frosinone, ma è fattuale che farsi rimontare per ben due volte lascia tanto amaro in bocca, soprattutto perché il Sud Tirol è la squadra che ci precede in classifica in ottava posizione, l’ultima necessaria per accedere alla griglia dei playoff.
Vero è che i dati numerici e le statistiche danno ragione ai Tirolesi, ma sul campo se avessimo vinto e la partita fosse terminata sul risultato di 1-2 in favore del Picchio non ci sarebbe stato nulla di scandaloso.
Peccato davvero perché con le neopromosse riusciamo spesso a sfangarla e a portare a casa i tre punti, ora dobbiamo demolire il Como per riprendere la nostra marcia trionfale.
La vittoria manca da un po’, dal 24 ottobre contro il Cagliari, ed è ora di tornare a gioire tra le mura amiche.
Il DEL DUCA freme, è un catino che ribolle, una pentola a pressione pronta ad esplodere ed eruttare in un urlo di gioia e passione.
Per regalare una soddisfazione a questi splendidi tifosi che anche domenica si sono sobbarcati una trasferta di oltre 600 km, impegnativa, lunga e costosa, pur di essere vicino alla propria squadra, al proprio amore, l'unica ragione di vita.
L'ASCOLI CALCIO
Nel prossimo weekend arriva appunto il Como, galvanizzato dal pareggio col Bari, che fino al novantesimo (rigore dell’ex Samb Ruben Botta) sembrava una vittoria, quindi verranno IN Ascoli incattiviti e con la voglia di rivalsa, ma anche coscienti di aver messo sotto i pugliesi, ex capolista del torneo cadetto.
Occhio al Lario, ma il Picchio non teme nulla.
Dobbiamo essere tosti e caparbi, ristabiliamo la legge “Al Del Duca non si passa”, come vuole la tradizione, dai tempi indimenticati di COSTANTINO e CARLETTO MAZZONE.
Torniamo a rendere il nostro storico stadio un fortino inespugnabile, dove sentirci protetti e sicuri di abbattere e sgretolare gli avversari.
Tutti con un'unica direzione, un unico intento, un unico sogno.
Anche perché a dicembre, prima della lunga sosta di oltre venti giorni, affronteremo Pisa, Genoa e Reggina, tre corazzate che come noi puntano a fare bene e a finire nelle zone altissime della classifica.
Poi a gennaio si ricomincia col derby al Liberati contro la Ternana, che ha appena esonerato Cristiano Lucarelli e avrà rinnovato entusiasmo e magari nuovi calciatori dal mercato.
Bud Spencer nel famoso film ripeteva "OCCHIO ALLA PENNA”.
Nel nostro caso, occhio alle Fere, le belve ternane.
Ma prima occhio ai mulinelli del Lago del Lario, occhio alla Torre pendente, occhio al Grifone e occhio a non finire risucchiati nello Stretto di Reggio Calabria.
Non siamo fatti per mollare, è scritto nel nostro DNA, non lo faremo neanche stavolta.
Come diceva Martin Luther King “L'ultima misura di un uomo non è la sua posizione in momenti confortevoli e convenienti, ma la sua posizione in tempi di sfida e di controversie”.
Fuori le p*lle ragazzi, ci attendono gare e duelli dal sapore di Serie A.
Comaschi vi aspettiamo col coltello tra i denti.
Fino alla fine Ascoli Calcio
Andale picchio
Fabio Bachetti
Autore: Fabio Bachetti
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