Ci sono sconfitte e sconfitte. ''Grazie al cavolo'', direte voi. Ebbene si, e non è una cavolata. Per chi è amante del dettaglio, delle prestazioni, della crescita, ci sono sconfitte e sconfitte. O volete credere che l'Ascoli visto in casa col Pescara è stato lo stesso di quello visto col Pisa ? O volete far credere che l'Ascoli ha meritato di perdere a Pisa come lo ha meritato venerdi scorso ? No. Non è cosi. L'Ascoli di ieri è stata un qualcosa che, finalmente, si è avvicinata all'essere una squadra vera. Anzi, nel secondo tempo, le proposte offensive sembravano quelle di una squadra di rango. Tant'è che la piu grande pecca è stata non aver sferrato il colpo del Ko al Pisa che, complice anche un momento di crisi, è apparso poca cosa. Delio Rossi ha iniziato a lavorare e lo ha fatto in maniera netta. Anche sul piano mentale. L'Ascoli di Pescara era una squadra impaurita, piatta, senza caratteristiche per reggere una punta, un trequartista e due esterni offensivi. L'Ascoli di Pisa ha dato indicazioni confortanti. Ovvero che, anche avvalendosi dell'assenza di Sabiri, Rossi ha trovato la quadratura del cerchio a livello tattico. 4-3-3 ordinato, stretto, compatto. Nel primo tempo, la squadra ha saputo giocare sulla difensiva, coprendo le avanzate del Pisa, desideroso di riscatto e quindi con grosse possibilità di dover partire forte. La squadra di Rossi ha rischiato solo quando ha perso palle sanguinose in uscita con Buchel, per il resto, nonostante l'iniziativa sia stata lasciata ai padroni di casa, in fase difensiva Brosco, Lukas, Sini e Pucino si sono ben comportati, rischiando poco. Nella ripresa, capendo che la gara si sarebbe potuta condurre anche diversamente, l' Ascoli ha visibilmente alzato il proprio baricentro, andando a raccogliere le seconde palle con Saric e Cavion e andando a orchestrare con il triangolo Buchel-Chiricò-Cangiano le iniziative offensive verso Baijc, che ha trovato il suo secondo gol in bianconero con una vera e propria legnata. Altro discorso, che esula dal contesto forse, ma che va fatto. Guai a credere che questo centrattacco bosniaco sia inadatto. Per l'Ascoli attuale, avere un giocatore sul quale appoggiarsi e costruire l'azione offensiva è una manna. E il ragazzo ha colpi. Non sarà un bomber da 20 gol, ma è un giocatore che il timbro lo mette e che fa segnare chi gli sta affianco. Chiusa questa parentesi, veniamo alle noti dolenti. L'Ascoli ha attualmente una condizione fisica veramente precaria, seppur sicuramente in crescita rispetto a dieci giorni fa. La squadra ha tenuto botta per un ora, anche di piu'. I cambi di Chiricò e Cangiano, che erano stati quelli a faticare di piu', hanno avuto l'effetto contrario di quello che aveva previsto il tecnico. Rossi infatti, sperava di utilizzare Tupta e soprattutto Pierini sfruttandone la freschezza e la gamba specie in quest'ultimo, per stare dietro alle scorribande dei terzini. Ma cosi non è stato, i subentrati hanno deluso le attese e avuto l'atteggiamento sbagliato, tant'è che Rossi ha tolto Pierini dalla contesa nella fase finale. Occorre l'atteggiamento giusto, occorre la giusta tigna, occorre la giusta motivazione e lo stesso spirito di gruppo. Non va buttata la croce addosso a Pierini, ma il ragazzo sta rendendo al di sotto delle aspettative e soprattutto ha mostrato ieri di non essere in linea con il resto della truppa. Altra nota dolente, l'aspetto mentale. L'Ascoli ha subito il gol del pareggio al minuto 78, e al minuto 82 ha subito il secondo gol. Qualcosa di simile era successo anche col Venezia, seppur con una maggior distanza nei minuti in cui le reti sono state subite. Col Venezia infatti, dopo il vantaggio di Pucino, il pari e il 2-1 dei lagunari erano arrivati al minuto 56 e al 67, comunque il tutto in undici minuti, troppo pochi. Sintomo di una squadra fragile, caratterialmente ora debole per via della negatività che si porta appresso, per via della sfiducia che sta vivendo. Perchè una squadra tosta di testa, dopo aver subito il pareggio, decide in qualche modo che la partita finisce 1-1. E invece ha mollato. Complice anche un assenza di leader in campo. In questo, fondamentale sarà ancor di piu il lavoro di Rossi. Tendiamo a farla piu' semplice del previsto, forse anche ''amatoriale'', ma se Delio Rossi dopo aver subito il pareggio, avesse sbraitato e urlato dalla  panchina  anche col solo scopo di mantenere alti umore e tensione, forse la squadra non avrebbe preso quel gol. Ma Rossi deve ancora conoscere a fondo tutti gli aspetti di questa rosa, che deve rivitalizzarla piu sul piano mentale e fisico che su quello tecnico. Su quello tattico, la strada appare già segnata, per lo meno in queste ultime partite che ci dividono dal mercato. Sembra infatti che l'Ascoli col 4-3-3 si trovi a suo agio. Perchè tutti i giocatori sono nei loro ruoli naturali. La situazione è difficile, critica, ma non certo compromessa. Perchè questo campionato ha dimostrato sempre quanto sia umorale, quanto sia particolare, quanto bastino due vittorie per cambiare le carte in tavola. L'impressione che abbiamo, è che Delio Rossi stia iniziando a capire il materiale a disposizione. Chiaro che servono risultati, anche solo per muovere la classifica e aumentare il morale. Ma i risultati non avvengono ne arrivano in maniera casuale. Inutile continuare a ribadire i limiti dell'Ascoli. Perchè tanto fino al mercato, laddove la società dovrà intervenire pesantemente per colmare le lacune, non si può fare nulla. Se non fare punti con questo materiale.

Sezione: Editoriale / Data: Mer 09 dicembre 2020 alle 17:10
Autore: Manuel Fioravanti
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