L’Ascoli sta attraversando una fase delicata della stagione, non tanto per i risultati in sé, quanto per le difficoltà strutturali che emergono ogni settimana sul piano del gioco. Da diverse gare, infatti, i bianconeri sono costretti a fare i conti con assenze pesantissime, soprattutto tra quei giocatori che rappresentano il cuore della manovra e l’ossatura tecnica della squadra.

La sfida contro il Campobasso ne è stata l’ennesima conferma. In difesa mancavano Riccardo Nicoletti e Marcos Curado, i due centrali che più di tutti garantiscono qualità in impostazione. Non semplici difensori, ma veri e propri registi arretrati, fondamentali nel dare pulizia alla prima costruzione insieme al portiere Vitale. La loro assenza ha tolto all’Ascoli sicurezza, tempi di gioco e soluzioni pulite in uscita.

Come se non bastasse, a centrocampo è venuto a mancare anche Damiani, il metronomo della squadra. Un’assenza che pesa come un macigno, perché è ormai evidente come l’Ascoli faccia enorme fatica a prescindere dalle giocate del suo regista. Damiani è il giocatore che detta i ritmi, che lega i reparti, che dà ordine anche nelle fasi più confuse della partita. Senza di lui, la manovra perde fluidità e diventa prevedibile.

Contro i molisani, a prendersi la responsabilità è stato Corradini, tornato a occupare una posizione centrale nel cuore del gioco. La sua prestazione è stata senza dubbio la più convincente tra i bianconeri: personalità, corsa, presenza costante nelle due fasi. Tuttavia, il suo lavoro è rimasto spesso isolato, anche a causa delle difficoltà evidenziate ancora una volta da Ndoj, apparso in affanno e poco incisivo sia in fase di costruzione che di interdizione.

Il risultato è un Ascoli che fatica a essere continuo, che si spezza in due tronconi e che perde quella fluidità di manovra indispensabile per competere con continuità in un campionato complesso come la Serie C. Le assenze di Curado e Damiani, in particolare, non sono semplici defezioni numeriche: sono mancanze strutturali che incidono sull’identità stessa della squadra.

In questo contesto, emerge con forza un dato: l’Ascoli ha un organico che, al netto dei titolari, fatica a garantire lo stesso livello tecnico e la stessa capacità di interpretare il gioco. Finché non rientreranno i suoi uomini chiave, sarà difficile rivedere una squadra fluida, capace di comandare il pallone e di imporre il proprio ritmo. E il rischio è che, partita dopo partita, a rimetterci non siano solo le prestazioni, ma anche la fiducia complessiva del gruppo.

Sezione: News / Data: Mar 23 dicembre 2025 alle 10:30
Autore: Tutto Ascoli Redazione
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