Sei mesi dopo l’acquisizione dell’Ascoli Calcio, Bernardino Passeri ha voluto fermarsi, guardare indietro e soprattutto raccontare cosa rappresenti oggi il suo legame con il club bianconero. Un bilancio che va ben oltre i numeri, la classifica o le prospettive sportive, toccando una dimensione profondamente umana e personale.

Per Passeri, il primo semestre alla guida dell’Ascoli è stato un percorso intenso, fatto di responsabilità condivise e sacrifici collettivi. Il presidente ha parlato di un “primo passo” compiuto insieme, sottolineando come ognuno abbia dato più di quanto fosse nelle proprie possibilità. Un messaggio che rafforza l’idea di un progetto fondato sulla partecipazione e sulla compattezza, non su individualismi o scorciatoie.

Lo sguardo, però, è già rivolto al futuro. Il prossimo anno viene descritto come una tappa cruciale, un passaggio chiave per consolidare quanto costruito finora. La fiducia non manca: se il percorso continuerà su questa linea, le soddisfazioni — sportive e non solo — arriveranno. Ma Passeri tiene a precisare un concetto centrale: nessun risultato sarebbe possibile senza il contributo di tutti.

Nel suo ringraziamento, infatti, il presidente non ha voluto escludere nessuno. Un grazie corale, esteso a chi lavora quotidianamente per l’Ascoli, dentro e fuori dal campo. Eppure, tra le sue parole emerge anche un ringraziamento speciale, dal peso enorme: quello rivolto al dottor Mandozzi. È stato lui, ha raccontato Passeri, a insistere per sottoporlo ad accertamenti medici che si sono rivelati decisivi.

Nei giorni scorsi, infatti, il presidente ha affrontato un delicato intervento al cuore. Un evento che avrebbe potuto allontanarlo temporaneamente dalla squadra, ma che non lo ha mai realmente separato dall’Ascoli, nemmeno per una partita. La vicinanza emotiva e simbolica al club è rimasta costante, quasi a dimostrare quanto questo legame sia diventato parte integrante della sua vita.

Ed è proprio qui che arriva la frase più forte, quella destinata a restare impressa: “Sei mesi fa abbiamo comprato l’Ascoli e oggi posso dire che l’Ascoli mi ha salvato la vita”. Parole che ribaltano la prospettiva tradizionale del rapporto tra proprietà e club, trasformandolo in qualcosa di reciproco, profondo, autentico.

Il messaggio che emerge è chiaro: l’Ascoli non è solo una società sportiva, ma una comunità capace di dare senso, forza e persino salvezza. Un legame che va oltre il calcio giocato e che rende il progetto bianconero ancora più carico di significato.

Sezione: News / Data: Gio 25 dicembre 2025 alle 15:30
Autore: Tutto Ascoli Redazione
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