Francesco Scorsa da Soverato, provincia di Catanzaro. In poche parole, LA LEGGENDA. L'uomo che, dal piccolo comune Calabrese, patria del Carnevale di Soverato e delle spiagge cristalline, è arrivato a disputare sette campionati di Serie A e due di Serie B con l'Ascoli, per un totale di 214 presenze (e due goal) in bianconero. Potremmo fermarci qui, ma è quanto mai necessario affrontare più approfonditamente il viaggio verso la gloria di quel difensore che, per 9 stagioni, è stato perno di una squadra che, da piccola realtà di provincia, si è fatta amare e conoscere in tutta Italia.
Nato in Calabria ma cresciuto in Emilia, a Bologna, muove i primi passi su un campo da calcio indossando la maglia dei Felsinei, inizialmente nel ruolo di mezzala e, successivamente, affermandosi nelle giovanili rossoblu come libero. Nel 1966 approda in Serie D, al Cervia, disputando 15 partite ed attirando l'attenzione del Cesena, che lo porta in Serie C1 nella stagione 1967-68, quella della promozione in cadetteria. In quella stagione, però Scorsa non trova spazio, non scendendo mai in campo. Si rifarà nelle annate successive, totalizzando, in 4 stagioni di Serie B, 106 presenze e due goal, lasciando la Romagna nell'estate del 1972, destinazione: nuovamente Bologna. Il destino, però, sembra non voler vedere Scorsa con la maglia rossoblu e così, dopo una sola stagione in Serie A, condita da 13 presenze, la squadra allenata dall'italo-argentino Bruno Pesaola decide di venderlo al Foggia, neopromosso in Serie A insieme al Genoa ed al Cesena, vecchia conoscenza del difensore. Una stagione in Puglia, terminata con il ritorno in seconda serie, basterà a Scorsa per lasciare il Foggia e guardarsi intorno, in cerca di un nuovo progetto, dove valorizzarsi. La chiamata arriva dall'Ascoli di Rozzi, matricola assoluta del campionato di Serie A e bisognosa di rinforzarsi in vista della difficile e sconosciuta prima stagione in massima serie. Scorsa accetta, convinto di poter aiutare i bianconeri a mantenere la categoria e convinto, soprattutto, di poter dire finalmente la sua, da titolare, in Serie A. Con il Picchio scrive la storia, collezionando 144 presenze in prima divisione il giocatore con più presenze in Serie A nella storia dell'Ascoli), ottenendo 5 salvezze, uno storico quarto posto nella stagione 1979-80 e contribuendo a scrivere il record di punti (61 pnt, con 2 punti a vittoria) in Serie B, nella stagione '77-'78.
Scorsa lascerà le Marche ormai trentasettenne, per accasarsi in Emilia Romagna, a Ravenna, appendendo le scarpe al chiodo un anno dopo, al termine della stagione '83-'84.
Quella di Scorsa e dell'Ascoli sembra una storia d'amore interminabile, durata ben oltre i 9 anni sul campo di calcio ed i pochi mesi che hanno visto l'ex libero seduto sulla panchina del Picchio (1996-97). Quella tra Scorsa ed il popolo Ascolano è il racconto di un amore eterno, scritto da un uomo capace, partendo dalla provincia, di legare indissolubilmente la sua storia calcistica ad una piccola squadra del centro Italia, compiendo, insieme dei piccoli miracoli sportivi.
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