Una giornata di sole, con la scia di poche nuvole che non fanno né ombra né frescura. Ossia, lo sfondo di una bellissima partita allo stadio, ovvero il regno del tifo. Il Del Duca torna dopo 20 mesi ad esser la roccaforte delle emozioni dei tifosi bianconeri.

Finalmente spettacolo in campo e sugli spalti. Il ritorno degli Ultras segna un ritorno sonoro e una vampata di ardore sul campo, che avevano creato il blocco ad una passione che rimaneva a sedere, e si sbilanciava a poche imprecazioni. Il ritorno degli Ultras era quella miccia che serviva alla bomba per esplodere. E quanti boom ad ogni coro. Cori che come onde si propagavano al resto dei cuori dei tifosi bianconeri trepidanti in spalti diversi dalla curva. Finalmente! Perché l’importanza del tifoso e l’esternazione colorita della sua passione durante la battaglia in campo è tocco di luce che dà vita alla bellezza di questo sport. Che tu sia in tuta militare o vestito a nero tinta unita (e magari vai in curva centrale o sulla balaustra), che tu sia in jeans e piumino colorato (e magari vai nella nuova tribuna) e che tu sia elegante in giacca e camicia (e vai a sederti sulle poltroncine), non importa sarai sempre un tassello del mosaico più bello. Il Del Duca, Regno del Picchio, terra del popolo bianconero.

E su quel verde terreno la squadra ha tentennato ma poi il Picchio che c’è in lei ha preso il volo, con eleganza tecnica, tenacia e determinazione. Le vicende extracalcistiche in cui piombiamo al rintocco di ogni 3 mesi, sono per fortuna svanite in campo. E chi ci vuole giù nel buio degli inferi, a far compagnia ai soggetti in riva al mare, possiamo confermare che siamo in grado di accendere la luce anche laggiù. E che Luci-fero, il nostro Satanasso bulgaro! Mamma mia che botta! E secondo portiere ex Milan pugnalato.

Che sia la giornata di oggi e la partita di oggi, l’inizio reale di un campionato da disputare ad alti livelli. Il cerchio finale a raccoglimento dei guerrieri capitanati da Mister Sottil è sinonimo di unità e compattezza e unica direzione, le sbracciate di Botteghin a un minuto dal termine verso Leali per spronarlo a rilanciare su, sono la manifestazione concreta di chi non si accontenta e vuole il massimo. Tutto ciò è quello che vogliamo e aspiriamo noi tifosi, è il soffio che spinge di nuovo l’onda della passione bianconera a cavalcare le terre di tutt’Italia.  

Due parole e non di più in fine. Sabiri non è atleta, è un calciatore che fa spettacolo (e con semplicità rara). Il Del Duca ha riaperto le porte anche a lui (per fortuna).

Non fermiamo questo spettacolo, con l’augurio di esser ogni partita sempre di più. La numerosità non porta alla vittoria, ma sicuramente incendia ancor di più l’essenza di far festa. Perché comunque vada ogni giorno al Del Duca, è una bella giornata di vita e di amore.

Avanti Picchio, Nessuna Resa.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 16 ottobre 2021 alle 17:42
Autore: Massimo Virgili
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