Il pareggio col Venezia , ottenuto in inferiorità numerica e dopo 60 minuti di assoluto dominio lagunare, ha fatto si che l'Ascoli abbia potuto ottenere un punto molto importante per morale e classifica. Raggiungere una squadra come quella di Zanetti, che , senza entrare nel dettaglio tattico, per 60 minuti aveva fatto un sol boccone del Picchio sotto tutti i punti di vista, può rappresentare un barlume di speranza per questo rush finale, in cui la salvezza dovrà essere raggiunta ad ogni costo. L'Ascoli, soporifero e quasi rassegnato a un ' ulteriore sconfitta che si era visto fino al rosso di Brosco, ha lasciato spazio a una squadra orgogliosa, che ha reagito all'ennesimo torto arbitrale usando si la frustrazione, ma rendendola un proprio punto a favore. Certo, il Venezia ha continuato a creare occasioni ( ci mancherbbe, già forte del suo valore ha beneficiato anche di una situazione di superiortà numerica) ma l'Ascoli è stato piu vivo, ha riaperto gli occhi che si erano chiusi dopo la sconfitta di Reggio (inutile negarlo, il black out parte tutto da li), ha riagguantato il pareggio grazie a una giocata del suo uomo piu' fresco, Cangiano, che ha messo su un piatto d'argento il pallone del gol al bosniaco Bajic (settimo centro stagionale del capocannoniere, che proprio a Reggio si era inceppato, dimostrando da quel momento scarsa cattiveria e propensione al gol) e ha tenuto accesa la fiammella della speranza per queste ultime dieci gare nel quale serviranno equilibrio e nervi saldi. Certo, probabilmente lo schieramento di Sottil è stato sbilanciato. La squadra ha mostrato lacune in mezzo al campo e sugli esterni difensivi soprattutto a causa di una disposizione tecnico-tattica quantomento discutibile per una squadra che deve salvarsi, ma l'idea e la chiave di lettura, è quella che , probabilmente, il mister ha voluto dare una scarica elettrica con questo modulo a un' elettrocardiogramma piatto, a una squadra che si stava pian piano consegnando alla serie C, a una truppa depressa e senza quasi piu mordente. Anche a costo di subire l'iniziativa lagunare. Intendiamoci : l'errore rimane, ma, visto in questo modo, ha una sua giustificazione piu' che plausibile. Chi invece non ha alcuna giustificazione , è il disastroso arbitro Serra, già famoso per aver regalato a Gigliotti qualche anno fa un' espulsione a dir poco generosa in un Bari-Ascoli 3-0. Il direttore di gara si è ripetuto con una tenuta di gara talmente brutta da sembrare quasi scientifica. Le ridicole ammonizioni a Saric e Danzi, non compensate dallo stesso metro di giudizio su Ceccaroni e Svoboda, hanno inciso sulla partita e sui nervi dei nostri. I tanti falli non fischiati a limite area a Pinna e Sabiri, e infine l'espulsione a Brosco, decisa piu dal portiere Pomini (a proposito, serva da esempio anche ai nostri, quella di fare capannello verso il direttore di gara dopo un doppio giallo mancato), hanno fatto sbottare i giocatori bianconeri, che, ripetiamo, frustrati da tante decisioni a sfavore che ormai si susseguono da settimane, hanno reagito alla grande con grinta e carisma, perchè sono uomini anche loro e di prendere schiaffi a destra e sinistra non credo siano orgogliosi. Questo deve essere il lietmotiv di queste ultime giornate. Gli arbitri sbagliano a ripetizione verso i nostri ? Bene, allora vorrà dire che si dovrà avere dentro di se la voglia di lottare e raggiungere la salvezza, con orgoglio, contro tutto e tutti, un motto di ''mourinhiana memoria'' che può far accendere interiormente la scintilla che dia la voglia di fare risultato. La stessa voglia che ha avuto Sabiri nella parte finale di gara. Intendiamoci, il talento marocchino ha sbagliato tanto nell'ultima gara, nel primo tempo praticamente tutto, nella ripresa poco meglio, ma ha almeno dimostrato anche lui che a perdere non ci sta. Il talentuoso trequartista è ancora in cerca della continuità da inizio stagione. Lampi di classe nelle gare interne con Reggiana, Spal e trasferta di Lecce, hanno spesso lasciato il posto a prestazioni abuliche, tanto è che spesso Sottil si è affrettato a sostituirlo. Ecco, l'Ascoli ha bisogno di Sabiri nella sua miglior veste , quella di suggeritore straripante, che giochi per il collettivo, e non in quella indossata nel primo tempo di sabato. Un Sabiri che cerca equilibrio proprio come l'Ascoli, che a Pescara perderà Brosco ma ritroverà il suo uomo d'ordine e, di equilibrio, per eccellenza. Ovvero Marcel Buchel. Il centrocampista, scontata la squalifica, tornerà a disposizione di Sottil e , a meno di clamorose decisioni, partirà titolare, per dare ordine e geometrie, ma soprattutto equilibrio tra le due fasi, che tanto serve al Picchio. Che va a giocare a Pescara per vincere, ma con un occhio particolare a non perdere. Altrimenti è notte fonda....
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