La classifica parla chiaro: 39 punti in 32 partite (1,21 a partita) e 13ª posizione. Rispetto alla scorsa stagione, quando il Picchio si fermò in sesta posizione, siamo a dieci punti in meno e cinque posizioni più in basso. Si sta ripetendo l’andamento degli ultimi anni.
I bianconeri sono lontani anche dalla zona playoff, come testimoniano le quote dei bookmakers non aams, e rischiano di arrivare in zona playout se non più in basso. Il Cosenza sedicesimo dista, infatti, solo tre punti.
I motivi di questa crisi sono molteplici. In questo articolo proveremo ad approfondire le problematiche dentro e fuori dal campo, basandoci su le ultime sull'Ascoli dei principali esperti di settore, e proveremo a capire la chiave per uscirne.
Partiamo dai dati: 10 vittorie, 9 pareggi e 13 sconfitte; 34 gol fatti (1,06 a partita) e 41 subìti (1,28 a partita). 17 punti ottenuti in casa contro 22 in trasferta. Questo è, probabilmente, il dato più importante di quest’andamento così negativo. Giocare al Del Duca non aiuta, anzi...Sono solo 16 le reti realizzate in casa, e in ben 7 delle 16 partite casalinghe i bianconeri non sono riusciti ad andare a segno.
È un dato che può significare molto. Quello che, solitamente, viene chiamato il dodicesimo uomo in campo, ovvero la tifoseria, in questo caso sembra giocare per gli avversari. Manca quella spinta data dal calore della curva e dei supporter più fedeli. Una spinta che sembra lavorare con forza contraria e che, nelle partite in trasferta, non si fa sentire, alleggerendo quindi la pressione sugli interpreti. Le migliori performance fuori dal terreno amico, infatti, potrebbero essere conseguenza di una serenità e da una minore aspettativa nei confronti degli ultras.
Eppure c’era stato un accenno di ripresa. Da metà febbraio i ragazzi di Roberto Breda avevano inanellato quattro risultati utili consecutivi (tre vittorie e un pareggio) arrivati con quattro clean sheet. Ma è stata un’illusione. L’apparente ripresa ha portato poi a quattro sconfitte e una vittoria nelle ultime cinque di campionato.
L’ultima sconfitta, in verità abbastanza prevedibile, è arrivata a Frosinone. Il 2-0 del Benito Stirpe è arrivato dopo una prestazione decisamente incolore, senza carattere e senza voglia di lottare su ogni pallone. Questo è un altro indizio che può spiegare la difficoltà dei Piceni: manca la voglia, la fame di risultati e la grinta.
Il tecnico lo aveva detto in conferenza stampa qualche giorno fa: “Dobbiamo ritrovare l’intensità mentale e fisica delle prime gare, che da un punto di vista del gioco sono state più brutte rispetto a quelle con Cagliari e Bari, ma eravamo più proiettati verso il risultato”. La ricerca di un risultato a tutti i costi quindi, anche giocando male.
Come si può reagire? A sei giornate dalla fine c’è poco da fare. Quel che si può e si deve cercare è una soluzione immediata per rimanere a galla e non sprofondare ancor di più in classifica. I piedi sono quelli che sono, gli schemi e le tattiche di gioco preparate dal tecnico a inizio stagione sono quelle, non si cambiano da un giorno all’altro. Quel che si può fare, dunque, è lavorare sulla testa. Buttare anima e corpo oltre l’ostacolo e cercare, citando le parole di Breda, “intensità fisica e mentale”. Soprattutto mentale.
Autore: Redazione TuttoAscoliCalcio / Twitter: @TuttoAscoli
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