Inizia domani a Brescia, terreno spesso favorevole nei precedenti, il campionato dell’Ascoli Calcio 2020-2021. Un campionato che, almeno inizialmente, sarà molto strano, viste le porte chiuse (come la parte finale della scorsa stagione) e, soprattutto, i ristretti tempi utilizzati per fare mercato e assemblare le varie rose a disposizione degli allenatori. L’Ascoli non solo non fa eccezioni, ma è proprio la protagonista indiscussa di questa situazione. Al momento, infatti, con un repulisti generale, solo Leali e Brosco hanno la certezza (o quasi) di restare titolari dopo la scorsa stagione. Sono rimasti attualmente in rosa Cavion, Ninkovic, Gerbo, Petrucci, Rosseti, Diogo Pinto, Padoin , Pucino e Eramo. Di questi, i primi tre sono destinati a partire in quanto quella è la loro volontà, gli altri chi piu chi meno è sul mercato, anche se qualcuno di loro potrebbe addirittura trovare spazio già da domani. Si , domani, quando l’Ascoli dei tantissimi volti nuovi scoprirà la sua prima ‘’bozza’’ di identità al Rigamonti. Un ‘ estate a doppia faccia, quella vissuta dalla società del patron Pulcinelli. La rottura con Dionigi, l’arrivo di Ducci e Bertotto, l’immobilismo iniziale raccontano della prima  parte, i numerosi acquisti, la colonia greca e i tanti giocatori messi sul mercato raccontano invece la seconda, dove protagonisti assoluti sono stati il dg Piero Ducci, il confermatissimo ds Giuseppe Bifulco, e la serie di osservatori capitanata da Davide Grassi. La mole di lavoro, svolta in maniera encomiabile, era tanta. E loro si sono messi di petto e l’hanno affrontata nel migliore dei modi. Ora, però, la parola passa al campo. Unico e insindacabile giudice di quanto fatto e di quanto costruito. Perché quello è ciò che conta, quello è ciò per il quale un lavoro dirigenziale e societario viene valutato. A Brescia, dove l’Ascoli dovrà fare a meno di capitan Brosco (assenza dell’ultima ora e oltretutto pesantissima), inizierà a scoprire di che pasta è fatto. Chiaro e logico che non si può pensare a raggiungere una perfezione immediata, che occorre qualche partita prima di affinare tutti i nuovi meccanismi di gioco, ma è altrettanto vero che la serie B , e il calcio in generale, aspetta poco. Il nuovo Ascoli ha bisogno di trovare in primis equilibrio (parola spesso sconosciuta nel calcio) e una reale identità. Perché poi da quella, scaturiranno anche i punti. E iniziare subito a farli sarebbe una iniezione di fiducia notevole in vista del campionato piu’ strano e piu pazzo della storia, per tutti i motivi del mondo. Che si vanno ad aggiungere al fatto che già, la B, è sempre stata strana di per se. E quindi, coraggio nuovo ‘’vecchio’’ Ascoli. La battaglia sarà dura, ci sarà da soffrire all’inizio, ma scoraggiarsi non è nelle corde del nostro popolo e della nostra storia. Grandi imprese sono state realizzate grazie anche all’unità di intenti raggiunta sempre nelle parti finali della stagione. Pensiamo invece a cosa potrebbe essere se l’unità di intenti si avesse già da subito. Ci sarà tempo e modo di criticare, oggi bisogna stringerci attorno alla nuova creatura, per farla diventare subito ‘’grande’’.

Sezione: Editoriale / Data: Ven 25 settembre 2020 alle 12:36
Autore: Manuel Fioravanti
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