“Io credo solo nell’ebbrezza, nell’estasi, e quando la vita ordinaria mi incatena, scappo, in un modo o nell’altro. Nessun muro mi può bloccare.” (Anaïs Nin) E il Picchio va, senza catene. Tre a zero seco. 3-0. Come il numero inciso dietro la maglia di Dario Saric, che sfonda la porta e si prende gli applausi dopo aver visto il rosso di un pugliese in divisa da attore la scorsa domenica.

Bidaoui continua con i suoi riti illegali ipnotici verso i difensori avversari. Fa ripetutamente il gioco delle tre carte incantando gli avversari come gli acrobati al circo. Sui giornali si parla di Perisic, Leao, Salah e Mbappè, noi ascolani sappiamo che Bida ubriaca meglio a minor prezzo. Alla fine anche il 33 di nome Eric apre la Bottega del goal. Sugli spalti è un’ebbrezza costante.

Il Picchio tenta l’arrampicata sociale e lascia il posto fisso (n°9). Un applauso a Mister Sottil e alla squadra tutta. Che l’entusiasmo non diventi ansia, angoscia, dovere ma sia soltanto un piacere, ossia quella gioia di star lassù a due passi dal Cielo. Per il 2024 ci giochiamo la Capitale della Cultura Italiana, e per quell’annata dobbiamo salire a duettare sul palcoscenico del calcio dei grandi. Cosi che Ascoli e il Piceno sia di nuovo in prima linea quando si parla del Bel Paese.

Per ora gustiamoci questo senso di leggerezza, perché noi non abbiamo voglia di niente, se non del nostro Picchio.

Che possa questa vittoria casalinga alleviare anche solo per un po' la vita pesante di chi soffre.

Evviva il Popolo Bianconero.

Avanti Picchio, Nessuna Resa.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 19 febbraio 2022 alle 17:38 / Fonte: di Massimo Virgili
Autore: Redazione TuttoAscoliCalcio / Twitter: @TuttoAscoli
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